I temi trattati attualmente nella poetica artistica della Zanutta approfondiscono il mare, le rose e le margherite. Per uno dei padri della psicologia del profondo, C.G. Jung, “ciò che noi chiamiamo simbolo è un termine, un nome, o anche una rappresentazione che può essere familiare nella vita di tutti i giorni e che tuttavia  possiede connotati specifici oltre al suo significato ovvio e convenzionale. Esso implica qualcosa di vago, di sconosciuto o di inaccessibile per noi”. Poiché ci sono innumerevoli cose che oltrepassano l’orizzonte della comprensione umana, noi ricorriamo costantemente all’uso di termini simbolici per rappresentare concetti che ci è impossibile definire o comprendere completamente. Questa è una delle ragioni per cui tutte le religioni e le tradizioni esoteriche impiegano un linguaggio simbolico o delle immagini”.  (v. C.G. Jung “L’uomo e i suoi simboli”). La simbologia sarebbe dunque la vera chiave per comprendere il mondo spirituale e quello psicologico.

L’uomo avrebbe infatti bisogno di simboli per afferrare ciò che altrimenti non sarebbe rappresentabile e li produrrebbe lui stesso inconsciamente e spontaneamente (per Jung i simboli sarebbero infatti il linguaggio dell’inconscio e i sogni i suoi mezzi di comunicazione). La simbologia del mare sicuramente parla di rinascita e si lega anche al liquido amniotico del grembo materno che c’immerge per nove mesi per poi farci emergere alla vita. L’acqua, infatti, c’induce a rallentare i nostri ritmi, c’induce ad ascoltare in silenzio le emozioni e le sensazioni del nostro corpo, riportandoci alle origini, in altre parole a una situazione assolutamente naturale senza condizionamenti esterni. 

L’acqua viene espressa come principio cosmico femminile, anima del Mondo, Madre per eccellenza, genitrice di vita. E’ l’elemento che mette in comunicazione, crea un ponte tra lo spirito e la materia. Quest’aspetto femminile lo esprime attraverso attributi di passività, accoglienza, recettività. Se l’acqua è simbolo della vita e la vita nasce dall’amore, l’acqua è anche simbolo dell’amore che, come l’acqua, abbraccia senza stringere. E così quale tema più azzeccato poteva approfondire la Zanutta se non l’acqua? Acqua parla di amore, è simbolo della madre, dunque le origini della famiglia, per ciò ho voluto approfondire la biografia di Stefania per far capire quanto la sua vita influenzi la sua espressione e, tutto l’amore che contorna e che è proprio dell’artista inevitabilmente viene rimandato attraverso la sua arte. 

L’attimo creativo diviene così parte e principio di esternazione di una forte emozione che deve assolutamente trovare sfogo. Molto spesso la visualizzazione di un sentimento provato dall’artista non è chiaro, c’è, è un piccolo embrione che alimentato prenderà forma e, nel momento in cui diventa forte, raccoglie la sua energia e guida Stefania all’esternazione attraverso il mezzo pittorico, a quel punto entrerà in gioco anche la tela che accoglierà l’emozione dell’artista guidandola al proprio “riempimento”. 

Il mezzo pittorico dunque è il modo migliore per esternare l’emozione che la Zanutta comunque prova nella sua quotidianità. Tante sono le situazioni che fanno vibrare o Pulsare d’Amore il suo cuore e la realizzazione di questi appunti avviene attraverso il pennello e la matericità apposta nelle stesse tele.  Passando poi alla tecnica e alla sperimentazione artistica, attuata attraverso questo ciclo di pittura da parte della Zanutta, oltre all’incessante ricerca della luce, della trasparenza e dell’armonia del colore, ma anche della prospettiva e dei bilanciamenti armonici delle proporzioni, i materiali da lei usati come acrilici, cristalli, gessi, etc.. creano una bidimensionalità attenta all’insieme e illustrano emblematicamente anche i vari “stati d’animo” del mare stesso, quieto o visivamente agitato, visto dall’alto o  riprodotto in uno spaccato descrittivo della sua essenza.

Il continuo Urlo alla vita e all’amore prende anche altra forma, quando la Zanutta, ricevuta una richiesta da una committente per l’esecuzione di un quadro da donare a una coppia che festeggiava le seconde nozze, decide di scegliere un tema simbolico e rispettoso per suggellare questo importante momento: il nodo. Ma ancora una volta, la tela e l’arte decidono per lei: quel “nodo” di gesso forgiato con tanta cura non vuole saperne di rimanere un nodo e decide di spingersi oltre, di osare per raggiungere l’idea iniziale dell’artista, rivelandosi essere una perfetta rosa. Ecco il via al ciclo delle Rose; in base al colore usato per la realizzazione dell’elemento floreale l’artista esprime: purezza, passione o civetteria. Le rose seguono uno schema ben preciso rispetto al loro posizionamento nelle tele, pur essendo sempre guidate dalla parte istintuale, dal passaggio mentale alla realizzazione materiale. La Zanutta con la realizzazione del ciclo dedicato alle rose si diverte e attiva inconsciamente i giochi creativi fatti da bambina con la mamma e la sorella.

Autobiografico e spontaneo è anche il ciclo dedicato alle margherite. Le margherite hanno sempre fatto parte della vita dell’artista, arrivando ad accompagnarla, in modo assolutamente istintivo, nel giorno del suo matrimonio; il suo vestito da sposa, il bouquet e persino un dettaglio dell’abito del marito erano incentrati su questo fiore così semplice e naturale. Solo più tardi Stefania scopre quello che ritiene esserci all’origine di tutto questo: l’ultima visione che suo nonno materno ha avuto prima di andarsene, un incantevole prato di margherite bianche.

Nella primavera del 2017 l’artista viene sottoposta a un altro intervento al cuore, che le migliora notevolmente la qualità della vita. Ecco che, appena finita la convalescenza, nasce il ciclo “Vita!”, dove sono i toni decisi, vivaci, marcati e carichi di energia che, occupando interamente la tela in una sorta di danza esplosiva, fanno da protagonisti.

Un’ultima nota da fermare nell’arte della Zanutta è la sua firma, anche questa un simbolo: un cuoricino leggermente allungato con un occhiello sotto; lo stesso occhiello funge da spioncino e invita il fruitore a guardare dentro al suo cuore filtrando tutto attraverso una  PULSAZIONE d’AMORE.

Raffaella Ferrari
Critico d’arte