Penso tutti comprendiate ch’è emozione non lieve quella che prova un vecchio professore nel rivedere una sua antica allieva delle Magistrali “C. Percoto” nelle vesti di pittrice, e non solo !…
Ho accolto l’invito di Stefania Zanutta a presentarla qui da noi dell’Ute di Udine con piacere ma anche con inevitabile preoccupazione di chi ha il compito di interpretare e commentare, non da insegnante di letteratura italiana e storia — attività che svolgo da quasi sessant’anni – ma da critico d’arte (seppur in dodicesimo !…) i suoi dipinti.
Il bel profilo che per lei ha costruito la critica d’arte Raffaella Ferrari mette in luce quello che costituisce a mio parere elemento chiave, il pilone portante della vita di Stefania Zanutta: la sofferenza frutto di una grave patologia che l’ha afflitta e che ha accompagnato per molti anni la sua vita. Ma la Ferrari ha sottolineato anche e soprattutto una qualità che io ritengo più unica che rara: la straordinaria capacità di Stefania di reagire in modo sempre positivo e costruttivo al dolore, il suo non assumere atteggiamenti di chiusura e scoramento ma, al contrario, il manifestare una costante apertura di sé agli altri, un indomabile e contagioso ottimismo.
Stefania mi ha confidato che dopo una delle tante operazioni chirurgiche a cui ha dovuto sottoporsi il suo universo artistico si ê trasformato: è divenuto da monocromatico accesamente policromo, con una prevalenza dei rossi e dei blu che costituiscono le tinte dominanti dei suoi quadri tra il figurativo e l’astratto, con rose stilizzate e onde del mare assurte a simboli nel contempo dell’amore e delle ansie e gioie della vita e per la vita.
La sua pittura all’inizio era caratterizzata da motivi semplici, interpretati con tecnica figurativa ma si ê progressivamente orientata verso l’informale e l’astratto, non solo per istinto ma anche a seguito dell’incontro con le opere e la concezione estetica di due geni dell’arte novecentesca come il russo Vasilij Kandinskij, assertore del profondo nesso sussistente tra arte e dimensione spirituale, e l’americano Jackson Pollock, uno dei maggiori rappresentanti dell’espressionismo astratto, autore di opere realizzate con la singolare tecnica della “pittura spontanea”, cioè della colatura dei colori direttamente sulle tele poste sul pavimento del suo atelier.
La Zanutta inserendo nei suoi quadri materiali di scarto ha saputo aggiungere ulteriori e significativi strumenti emozionali per cui la comunicazione tra le opere e i fruitori/spettatori da suggestione soltanto visiva ha assunto, in virtù della tridimensionalità, una valenza anche tattile.
Opere uniche, realizzate su tela. hanno acquisito inoltre la caratteristica della serialità una volta tradotte – in virtù di una serie di passaggi tecnici che vanno dalla riproduzione fotografica dei dipinti alla loro elaborazione grafica e infine alla stampa su seta o altri tessuti e materiali pregiati – in raffinatissimi oggetti di abbigliamento, soprattutto foulard e sciarpe, frutto di sapiente artigianato, divenendo cosi vere e proprie opere d’arte.
Questo stretto rapporto tra arte pittorica e artigianato artistico costituisce, oltre ad un felice rifarsi alla straordinaria tradizione artistica italiana, una singolare caratteristica creativa e operativa di Stefania Zanutta.
D’altra parte spesso ê davvero difficile e riduttivo stabilire una netta cesura tra arte e artigianato e utilizzare come principale distinguo il dato della serialità che l’arte moderna infatti non esclude e grandi artisti del passato e del presente non solo hanno praticato, dipingendo più copie dei propri quadri e adottando tecniche, come incisione, la xilografia, la serigrafia, ecc. che consentono i multipli.
Nel catalogo delle opere di Stefania si può dire che per ognuna il titolo descrive i motivi ispiratori.
Titoli che ben si comprende costituire una sorta di suggestivo percorso sentimentale ed estetico. Si va da un tenerissimo LA MIA MAMMA, quadro di impostazione figurativa in cui una grande rosa si staglia su di un mare quieto e sereno, a titoli accesamente passionali come PROFUMO DI PASSIONE, ARDORE DIFFUSO, e a tutta una serie di emozioni e sentimenti intermedi: BACIO NEL VENTO, SCIA DI EMOZIONI, SFUMATURE DI GIOIA, ELEGANZA DI SENTIMENTI, IL VERO AMORE, o suggestivamente ambigui come UN ATTIMO PRIMA DEL PARADISO (terreno o celeste ?)…
Altri titoli come: ANIMA NOBILE, DISCREZIONE, ESPRESSIONE DI LIBERTÀ si fanno portavoce di delicati e solidi sentimenti.
In altri ancora appare il fascino dal mare, che viene espresso mediante l’uso di onde che corrispondono ai sentimenti dell’artista: cosi avviene per EMOZIONI SPUMEGGIANTI, TRASPARENZA MARINA, EBBREZZA SALINA , FORZA 9 (un mare cioè tempestoso, con onde enormi)
Dunque rose e mare, amore e vita sono i due poli prevalenti, e non solo della sua arte.
Rose variamente composte e disposte, inconfondibili, in cui il chiarore o il colore esprime condizioni ed equilibri esistenziali, non solo estetici, rose disposte in vari ordini: a ghirlanda, in verticale, in orizzontale e in obliquo.
Prima ho citato il simbolismo, una forma d’arte in cui un oggetto, una forma o un colore costituiscono uno strumento di evocazione e di suggestione. D’altra parte ciò che ogni spettatore/fruitore di un’opera d’arte deve, o meglio dovrebbe, provare è quale sia il messaggio che l’artista ha voluto trasmettere, cosa suscita emotivamente e razionalmente questa o quell’opera, e questo senza dover sempre ricorrere a pregressi schemi studiati a scuola ma quasi mai applicati nel visitare una mostra o una pinacoteca durante la cosiddetta visita d’istruzione.
Stefania mi ha spiegato che per lei dipingere è prima di tutto un atto istintivo, un’espressione di libertà creativa che solo in un secondo tempo trova in virtù della tecnica la traduzione compiuta dell’idea o del sentimento che le ha ispirato il quadro, di ciò che sentiva, che le urgeva dentro e voleva esprimere sulla tela.
Gli studi condotti da Stefania Zanutta alle Magistrali, al Conservatorio musicale e all’Università, facevano immaginare che avrebbe fatto l’insegnante e di fatto per anni Stefania ha praticato proprio quella professione; nella sua arte perciò possiamo ritrovare in filigrana quella esperienza ed anche quella di moglie e di madre.
Ad uso di pochi fortunati: i suoi alunni, ha costruito un piccolo libro dal titolo CUCCIOLI ALLA SCOPERTA DEL MONDO (128 pp + indice) in cui — mediante favole che vedono protagonisti soprattutto cuccioli di animali — i disegni e le fiabe costituiscono una sorta di gustoso abbecedario. Dall’A di Ape alla Z di Zebra si snodano vicende che coinvolgono il piccolo lettore, in virtù anche dei bei disegni che le accompagnano. Il volumetto si apre con un consiglio al piccolo grande lettore e con chiarimenti alle mamme e si chiude con dei ringraziamenti alle persone care. Sono 22 racconti inframezzati da 3 indovinelli; fa da chiusura una serie di proposte di giochi e attività.
Stefania nel corso del colloquio preliminare che ho avuto con lei mi ha poi consegnato una sorte di…scaletta con un suggestivo titolo: L’ARTE NEL CUORE…IL CUORE NELL’ARTE, che poi ha scelto come titolo di questa Mostra.
Il cuore costituisce dunque la stella polare della sua vita sul piano fisico, spirituale e artistico: ogni oggetto o esperienza che la ispira e che dipinge esprime e comunica sentimenti profondi, particolari empatie.
La policromia nelle sue opere, molte delle quali dominate non a caso da un rosso acceso (cuore/amore) e da un blu trascolorante in azzurro o cupamente intenso come quello del mare, assieme alle equilibrate partiture di luce e oscurità e all’armoniosa distribuzione delle forme, costituiscono a mio parere le caratteristiche fondamentali del suo astrattismo.
É tutto espresso senza disarmonie, alla ricerca costante dell’equilibrio grafico e pittorico, frutto non solo di un solido bagaglio tecnico ma anche di una tenace e costante lotta esistenziale in virtù della quale il dolore si trasforma in strumento di crescita e di affinamento spirituale, la sofferenza diviene occasione di ricerca, di scoperta e di ritrovamento della serenità e della gioia di vivere.
Biografia e concezione estetica, vita personale e pittura costituiscono dunque una potente sinergia che avvolge e pervade lo spettatore/ fruitore delle sue opere, si tratti di dipinti o di capi di abbigliamento.
Foulard, sciarpe e abiti che ripropongono con grande eleganza motivi dei suoi quadri costituiscono un aspetto non secondario della sua produzione artistica: immagini e colori trasferiti dalla tela dove sono stati dipinti ai tessuti non perdono, nella traduzione grafica la loro primigenia bellezza e forza, tantomeno la loro carica spirituale.
…ma a questo punto passo la parola a Stefania perché nessuno meglio di lei può svelare quali sentimenti e ragioni l’hanno ispirata a dipingere ghirlande di rose, schiumose e increspate onde marine, a scegliere ora delicati ora violenti cromatismi, a tradurre i suoi quadri in singolari e preziosi capi di abbigliamento…
Carlo Enrico Tincani